Ero un ragazzino quando ogni programma tivù veniva annunciato da Nicoletta Orsomando, Aba Cercato, Emma Danieli eccetera: le «signorine buonasera», la cui vita privata riempiva i rotocalchi al pari delle star, e tutti a chieder loro autografi. 

Rarissimamente, e sempre in «seconda serata», qualcuna di loro, visibilmente imbarazzata e col viso compunto, era costretta a comunicare ai telespettatori che di quel film se ne consigliava la visione ai soli spettatori adulti. 

Ciò, ricordo, sollevava mugugni in famiglia, visto che costringeva a spegnere la televisione -quando c’era un solo canale – o a passare sul «secondo», dove magari davano una barbosissima commedia con Paolo Stoppa, Lia Zoppelli ed Emma Gramatica. Negli ultimi anni le annunciatrici sembravano sparite. 

Ora paiono rispuntate, anche se non dicono più «buonasera» ma «felice sera» o qualcos’altro. Ma, ormai quasi sempre e sottolineo sempre, perogni film (e in «prima serata»), comunicano sorridendo che, «per i temi trattati e alcune immagini contenute», di quel film «se ne sconsiglia la visione» ai minori. 

E, dopo la dissolvenza, parte il bollino rosso all’angolo dello schermo. Ripeto: praticamente per ogni film. Così, le famiglie meno abbienti, quelle che non hanno un televisore per stanza (uno anche nella cameretta di ciascun pargolo), quelle che la sera non sanno dove andare perché non possono permettersi teatri e baby sitter, non essendo abituate ad andare a letto alle nove sono costrette a cambiare canale e sintonizzarsi su qualcosa di «adatto» anche ai bambini: lo show con le ballerine in bikini di perline e i comici dalle battute pesanti. Insomma, tutta la «tutela dei minori» garantita da Mamma Rai, a cui paghiamo il canone anche per questo, è assicurata dal fatto che le annunciatrici ci avvertono prima. Tutte le sere. E c’è ancora qualcuno che se la prende con Pilato…