Il 15 maggio 2008 nella città israeliana di Or Yehuda, dalle parti di Tel Aviv, si è svolto uno strano rito. Il sindaco Uzi Aharon, secondo quanto riportato dal quotidiano «Maariv», ha fatto bruciare pubblicamente centinaia di copie dei Vangeli.
Intervistato dallo stesso quotidiano, il sindaco ha detto di star conducendo una lotta serrata contro i missionari cristiani. Saputo che questi Vangeli erano stati distribuiti, ha mandato a ritirarli casa per casa e li ha fatti bruciare mentre, attorno, centinaia di allievi della locale scuola ebraica ortodossa assistevano. L’episodio induce a porsi alcune domande.

Come mai i possessori di quei Vangeli li hanno consegnati senza fiatare? Perché i media dei Paesi occidentali hanno dato scarsissimo rilievo alla notizia? Perché gli opinionisti degli stessi Paesi, soliti a ricordarci ogni volta che i roghi dei libri sono sempre l’inizio di qualcosa di peggio, hanno taciuto? Le autorità comunali di Or Yehuda fanno lo stesso col Corano?
Cosa sarebbe successo se un sindaco leghista italiano avesse escogitato uno spettacolo del genere? Eh, domande… domande…