Cari amici, è in libreria la mia ultima fatica: Il crocifisso del samurai (Rizzoli). Si tratta di un romanzo storico attorno a un episodio poco noto della storia: la grande rivolta dei samurai cristiani nel 1637. Circa quarantamila cristiani giapponesi, donne e bambini compresi, si ribellarono alla persecuzione e si arroccarono nella penisola di Shimabara, nel castello in disuso di Hara. Qui tennero testa per cinque mesi al più grande esercito di samurai che la storia del Giappone avesse mai visto. Vennero massacrati fino all’ultimo e fu la loro rivolta a provocare la chiusura ermetica del Giappone al mondo esterno per due secoli. Quando i missionari europei poterono tornare, nella seconda metà dell’Ottocento, trovarono che i discendenti di quegli antichi cristiani avevano conservato la fede nella clandestinità, tramandandosela di generazione in generazione. Solo alla fine del XIX secolo cessarono le persecuzioni dei cristiani nel Sol Levante. I pochi rimasti erano quasi tutti concentrati a Nagasaki. E furono centrati, com’è noto, da una delle due bombe atomiche.