Tanti anni fa lessi, su una biografia di don Bosco, che il santo non di rado era oggetto di attentati. In una di queste occasioni, aggredito alle spalle, prima stese a cazzotti il suo aggressore e poi lo soccorse. Stupito, chiesi al mio direttore spirituale se ciò non contraddiceva il porgi-l’altra-guancia. Risposta: don Bosco era un maestro; talvolta è carità dare una lezione. Ne ho fatto tesoro. Questa premessa serve a mettere sull’avviso quei miei lettori che si scandalizzano quando mi vedono rispondere in modo apparentemente inurbano a certuni. Può sembrare, in effetti, che non sopporti chi non la vede come me, ma non è così. Dopo più di trenta libri pubblicati coi maggiori editori nazionali e migliaia di articoli, credo di avere raggiunto una certa autorevolezza. Perciò, chi mi chiede un chiarimento ha cortese risposta. Chi crede di saperla più lunga di me e non ha un curriculum almeno pari al mio, riceve anch’egli una cortese risposta. Una. Ma se insiste in modo petulante, urtante e umanamente fastidioso, deve imparare a non far perdere tempo al prossimo. Ho aperto gli Antidoti per dialogare coi miei lettori e soprattutto fornire una vetrina ai miei libri. Il tempo che vi dedico è sottratto allo studio ed è un servizio rivolto a coloro che, apprezzando quel che faccio, mi danno da vivere comprando i miei libri. Gli altri, quelli che nessuno ha invitato, sono pregati di navigare al largo. Il web, come è noto, permette ad anonimi pinchipallini di sfogare la loro frustrazione ingaggiando dispute senza fine; beati loro che hanno tempo da buttare. Potrei semplicemente cancellare gli interventi che non mi piacciono, come fanno tutti. Ma io, autore cattolico, uso la carità di don Bosco. Si prega di far girare questo avviso.