Poiché quest’anno il Ramadan inizia in pieno agosto e poiché esso vieta cibo e bevanda (perfino l’acqua) dall’alba al tramonto, sorge qualche problema per i braccianti stagionali di fede islamica. Raccogliere meloni e pomodori per otto ore al giorno sotto il sole estivo può creare qualche problema (l’estate scorsa, nel mantovano, un clandestino è morto di insolazione). Così, il Comitato provinciale per la sicurezza in agricoltura di Mantova il 12 agosto 2009 (v. Corsera del 13) ha diramato una nota: «La tutela della salute viene prima di ogni pratica religiosa». Già. Peccato che questo sia un precetto cristiano, derivato dall’evangelico «Il sabato è per l’uomo, non l’uomo per il sabato». Infatti, non sono mancate le proteste degli imam. Così, qualche azienda, per sicurezza, preferisce rivolgersi a braccianti romeni. La notizia fa il paio con un’altra (stesso giorno, fonte agenzia Reuters): una donna musulmana ha denunciato il custode di una piscina presso Parigi che non l’avrebbe ammessa in «burkini», il costume integrale da bagno, per (giustificati, va detto) motivi igienici. Quando il cardinale Biffi consigliò di privilegiare ove possibile l’immigrazione europea rispetto a quella africana e mediorientale intendeva proprio questo: l’unica religione-mentalità che crea problemi è quella islamica, anche se non è politicamente corretto dirlo. Il cardinale, naturalmente, fu subissato d’improperi dalle sinistre (interessate ai voti di un improbabile neo-proletariato) e da quelli che Lenin chiamava «utili idioti», molto diffusi, ahimè, tra i cattolici e il loro clero.