«Giulio Arthos» è il nom de plume dell’autore del libro Lettere non spedite, titolo di una rubrica tenuta sul foglio di destra «Linea». L’editore è il piccolo Tabula Fati di Chieti. L’ho letto e mi ci sono divertito, perché vi si colgono gli umori della destra-destra, ex Msi poi a malincuore An. In effetti, la domanda da cento milioni di dollari che ci si pone, dopo le giravolte di Fini, è questa: vabbe’, sappiamo di cosa siete ex, ma cosa volete diventare? Poiché ancora non si è capito, è interessante leggere che non l’hanno capito neanche parecchi della loro base. Berlusconi, in effetti, ha chiamato sotto le sue bandiere ex socialisti, ex democristiani, ex comunisti, ex radicali, ex fascisti, e meritoriamente li ha condotti alla vittoria sulla sinistra. Solo che quest’ultima sa che cosa è diventata: un mega partito radicale. Berlusconi è un imprenditore e fa quello che sa fare: dirigere un’azienda. Ma che succederà quando andrà in pensione? Privi di una cultura (di cui, a quanto risulta, non gliene frega niente, visto che nulla fanno per scalzare l’egemonia altrui e sostituirla con la loro; anzi, continuano col complesso di inferiorità) che faranno? L’unica compagine che abbia una cultura in questo senso è la Lega, che dunque ha i numeri per esistere anche senza Bossi. Mah…