L’Enciclopedia del Novecento è, in certo senso, la continuazione dell’Enciclopedia Italiana o Treccani. In essa la voce «Autorità» fu redatta nel 1975 dal grande filosofo Augusto Del Noce. Del Noce aveva previsto il superamento del marxismo e l’uscita della rivoluzione dall’ambito socio-politico per rivolgersi all’individuo. Un prodromo lo si trova già nel surrealismo, che non era solo un movimento artistico. «Del Noce cita ampiamente la grande mostra sul surrealismo tenutasi nel 1947 a Parigi e il Manifesto dei surrealisti divulgato in quell’occasione, in cui si rompeva esplicitamente col marxismo, considerandolo inadeguato. Ma inadeguato a cosa? Cito: “A un’offensiva in grande stile contro la civiltà cristiana”». Chi parla è lo storico Marco Tangheroni, da poco scomparso, nel libro Cristianità, modernità, Rivoluzione (Sugarco), che consiglio vivamente. Il surrealismo individuava come propri precursori il marchese De Sade e il fondatore della psicanalisi, Sigmund Shlomo Freud. Secondo uno dei teorici del surrealismo, André Breton, bisognava «rovinare definitivamente l’abominevole nozione cristiana del peccato, della caduta originale». Cioè, rifiutare la realtà quale essa è, antica eresia cui fa eco (o Eco) Il nome della rosa col suo «nomina nuda tenemus» (ricordate? «…occorre liberarsi dalla passione per la Verità…»). Già nel 1947 per i surrealisti strumento importantissimo di cui servirsi era la «rivoluzione sessuale». E fu il Sessantotto -che Del Noce chiamò «spirito borghese allo stato puro»- con la sua «scuola di Francoforte» e Marcuse, il filosofo libertario (ma della libertà degli istinti, sulla base, appunto, di De Sade e Freud). Tangheroni cita anche il colombiano Nicolás Gómez Dávila e il suo straordinario libro di aforismi (In margine a un testo implicito, Adelphi 2001): «Il mondo moderno è una sollevazione contro Platone». A Platone, infatti, si deve l’idea che nell’uomo la ragione debba dirigere la volontà e governare le passioni. Già: le nostre radici greco-romano-giudaico-cristiane; Atene, Gerusalemme, Roma. Invece, all’Istituto Universitario Europeo di Fiesole (Firenze), destinato a formare la futura classe dirigente della Ue, l’insegnamento della storia comincia dal XVI secolo.