«Caro Teofilo, poiché sai che sono religioso e mi chiedi di parlarti della mia religione, la prenderò un po’ alla larga. Mi dici che, da qualche tempo, senti una specie di prurito nell’anima, un vago senso di insoddisfazione talvolta misto a angoscia. Ogni tanto, specialmente di fronte alle sconfitte e alle delusioni, ti ritrovi a porti le grandi domande dell’uomo, le quali poi, ti accorgi, sono condensabili in una sola: perchè? Mi confessi di avvertire confusamente che qualcosa ti spinge ad interessarti del tema «religione», ad approfondirlo, ma non sai a chi rivolgerti. Ti sei aperto con me, forse l’unica persona di tua conoscenza e confidenza che sai in qualche modo (mi si passi il termine) “esperto”, magari perchè, visto che ho una fede, almeno ho affrontato l’argomento da gran tempo e sono, dunque, in grado di darti qualche risposta. Sì, ti sei rivolto alla persona giusta, dal momento che la fede, io, l’ho trovata da adulto dopo averne bazzicate diverse altre (non religiose, va detto, ma una fede è una fede). Come tanti, hai frequentato l’oratorio da bambino, hai seguito anche il catechismo e fatto la Prima Comunione con gran dispendio di abito nuovo, pranzo, invitati e regali. Ma l’adolescenza ti ha portato via da tutto questo. L’ha fatto così, in modo soft, quasi non te ne sei accorto. Dopo tanti anni, ora, da grande, ti confronti con le asprezze della vita e cominci a cercare qualche risposta. Ma sei piuttosto frastornato dalla molteplicità dell’offerta. Tante, in effetti, sono le religioni, e altrettante, se non di più, le proposte esistenziali d’altro genere. Qual è quella giusta? Bella domanda, alla quale cercherò di rispondere come posso». Cari lettori di Antidoti, questo è l’incipit della mia ultima fatica: Dio è cattolico? (Lindau). E’ in libreria dal 19 novembre. Buona lettura e aspetto i vostri commenti.