Era ora. Riferisce Daniele Zappalà su «Avvenire» del 18 novembre 2009 che il Congresso dei diritti civici (Crc), di cui fanno parte numerose Ong nigeriane, ha fatto mea culpa: «Non possiamo continuare ad accusare gli uomini bianchi allorquando gli africani, in particolare i capi tradizionali, non sono irreprensibili». Scrive il giornalista: «Nell’appello si ricorda che i capi tribali giocarono un ruolo importante “aiutando sistematicamente a condurre dei raid (…) presso comunità senza difesa”, prima ancora dunque della consegna dei prigionieri (talora già schiavi nei rispettivi villaggi) ai battelli negrieri in rotta nell’Atlantico». Funzionava così: i capi tribali razziavano schiavi e li vendevano ai trafficanti arabi, i quali li rivendevano nei paesi islamici o, dal XVI secolo in poi, agli europei per le Americhe. I neri americani, disinformati, negli anni Sessanta diedero vita alla singolare protesta razziale dei black muslim, i musulmani neri, di cui facevano parte anche Malcom X e il pugile Cassius Clay.