Il suicidio rituale in giapponese si chiama “seppuku”. L’abusato “hara-kiri” (taglia-ventre) è volgare per i giapponesi. Ebbene, comunica il settimanale cattolico «Kattoriku Shinbun» che ogni anno in Giappone si suicidano più di trentamila persone, quasi uno ogni quarto d’ora. E le cifre aumentano costantemente. Soprattutto, stanno aumentando i suicidi di bambini scolari. Nella capitale Tokyo è normale buttarsi sotto il treno superveloce, tanto che i passeggeri ormai si sono abituati alle fermate improvvise e prolungate da suicida sui binari, specialmente nelle ore di punta: circa trecento all’anno. La categoria meno incline al suicidio è quella dei cristiani.
il blog di Rino Cammilleri
Antonio 06/03/2010 at 03:40
E’ probabile che il seppuku sia irricevibile in ambito cristiano, ma non sostituiamo ad esso l’idolatria della vita, che sa molto di occidentale e ben poco di cristiano. La vita è mezzo, non fine.
Erminio Barulli Plombati 07/03/2010 at 12:45
Qualcuno ha cercato di spiegare una così abnorme epidemia di suicidi con il ricorso a motivazioni di ordine sociale: secondo questi il super lavoro diffuso in giappone e che riguarda oltre il 20% della popolazione lavorativa sarebbe una delle cause di questa epidemia. Ma dimenticano la componente culturale: secondo le culture orientali ( come in passato quelle grecoromane, e israeliane) il suicidio rappresenta un mezzo lecito per preservare la dignita della vita se essa è minacciata o diventa insopportabile. Forse per questo riguarda poco i cristiani di quelle parti ( che comunque non sono numerosi, malgrado i tanti matrimoni di rito cristiano presso gli abitanti del sol levante ) perchè Cristo ci ha insegnato di prendere la croce e seguirlo.
Onan il Barbaro 08/03/2010 at 03:37
Il suicidio rituale si praticava per diverse ragioni, ma mai per disperazione. Il suicidio per disperazione e’ una delle molte cose che il Giappone ha importato dall’Occidente, dove e’ esploso con la galoppante scristianizzazione, e in una societa’ alienante come quella giapponese di oggi ha trovato un terreno particolarmente fertile su cui attecchire. Avendo ascoltato i racconti di persone che hanno vissuto in Giappone questi dati, anche quelli sui bambini, purtroppo non mi sorprendono affatto.
Rino.Cammilleri 08/03/2010 at 05:32
Mai per disperazione? Si informi meglio.