Francesco Pappalardo sul «Corriere del Sud» del 5 marzo 2005 ha recensito un libro importante: Roger Crowley, «Imperi del mare. Dall’assedio Malta alla battaglia di Lepanto» (Bruno Mondadori). In esso si parla dell’«epoca di crudo terrore in cui sprofondò la cristianità a metà del XVI secolo». Già, perché i crociati erano riusciti a tenere a bada l’islam fino al 1291. Ritiratisi, riprese l’avanzata islamica, che nel 1453 riuscì addirittura a impadronirsi dell’Impero Romano d’Oriente. Nel 1521 prese Belgrado, nel 1522 fu la volta di Rodi, nel 1529 minacciava Vienna. Carlo V si mosse e nel 1536 prese La Goletta e Tunisi, basi africane dei barbareschi. Nel 1541 cercò di espugnare Algeri ma fu la catastrofe. I musulmani presero così tanti schiavi che ad Algeri «i cristiaini erano venduti per una cipolla a testa». Nel 1560 il figlio di Carlo, Filippo II, cercò di prendere Tripoli ma fu un’altra catastrofe: «i musulmani eressero una piramide con le ossa dei morti; la “fortezza dei teschi” vi si levava ancora nel XIX secolo». Nel 1565 i turchi assediarono Malta, tenuta dai Cavalieri di San Giovanni (già di Rodi). Quelli che venivano catturati erano «impiccati ad anelli di ferro nelle arcate», mozzate mani e teste, cuori strappati. Ma resistettero. Nel 1570 i turchi presero Cipro (il comandante veneziano di Famagosta fu scuoiato vivo dopo essersi arreso). Il papa s. Pio V creò allora la Lega Santa, che nel 1571 vinse a Lepanto e ridiede all’Europa il controllo del Mediterraneo. L’avanzata turca riprese via terra; la lotta durò fino al 1717 (vittoria di Eugenio di Savoia a Pietrovaradino). Da lì in avanti fu proseguita dalla Russia.