Non se se ci avete fatto caso ma l’umiltà -degli altri- non basta mai. L’autore cattolico, poi, dovrebbe sempre procedere con la lingua per terra per essere, secondo alcuni (tanti, ahimè), credibile. Così, se uno (mai visto né sentito prima) ti si rivolge con una sequela di insulti e tu lo mandi a quel paese, subito ti accusa di superbia e fa le meraviglie. È il classico bue che dice cornuto all’asino, nulla di nuovo sotto il sole. Ma, devo dirlo, ciò avviene anche per colpa dei cattolici. Decenni di moderatismo calabrache democristiano; poi, venuto meno lo scudo (crociato), la Chiesa istituzionale si è ritrovata sola di fronte al branco. Ora, la suddetta Chiesa istituzionale è composta da preti e frati, cioè da persone consacrate. Da cui è lecito (anche se non in tutti i casi) aspettarsi l’altra guancia e, generalmente, un atteggiamento francescano. Ma i laici credenti fanno gli insegnanti, i poliziotti, i soldati, i magistrati, gli impiegati… gli scrittori. Dunque, se (per esempio) sull’accoglienza oves et boves a tutti gli immigrati e alle loro famiglie anche poligamiche dicono niet, non sono per questo meno cattolici. Il resto degli esempi potrete agevolmente trovarlo da soli. Io mi limito a questo: se un cialtroncello arrogante mi dà gratuitamente del cretino, io lo mando a fare in c… tout court. Dare una lezione a chi la merita è altrettanto cattolico che porgere l’altra guancia. E se volete l’esempio evangelico, eccolo qua: nel Getsemani, prima che la «turba» (tanti contro uno) lo arrestasse, Gesù li sbatté tutti quanti a terra per ben tre volte. Così, quelli si guardarono bene dall’inseguire gli Apostoli che scappavano.