«In soli nove mesi, cifre ufficiali (quindi false per difetto, visto quel che vanno rivelando i documenti dimenticati), quasi novemila fucilati, poco meno di undicimila feriti, oltre seimila incarcerati, quasi duecento preti, frati, donne e bambini uccisi. (…) L’ultimo “brigante” oppositore fu ucciso dodici anni dopo, in Calabria. Intere popolazioni meridionali vennero sottoposte a una spietata repressione militare, di cui si è persa ogni traccia, perché la documentazione relativa è stata scientificamente distrutta, ma che provocò –secondo calcoli attendibili- almeno centomila morti (…). E’ stato stimato che a opporsi in armi furono dagli ottantamila ai centotrentacinquemila (…) e avevano l’appoggio palese della popolazione». Cfr. Pino Aprile, Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero Meridionali (Piemme, pp. 68-69).