Il cardinal Biffi, nel suo libro «L’Unità d’Italia» (Cantagalli), riporta una frase di Dostoevskij riguardante il suo contemporaneo Cavour. Per il grande scrittore russo «l’unico grande diplomatico del secolo XIX è stato Cavour»; tuttavia, «anche lui non ha pensato a tutto. Sì, egli è stato geniale, ha raggiunto il suo scopo, ha fatto l’Unità d’Italia. Ma guardate più addentro e cosa vedete? L’Italia porta con sé da duemila anni un’idea grandiosa, reale, organica: l’idea di una unione generale dei popoli del mondo, che fu di Roma e poi dei Papi (…). E il popolo italiano si sente depositario di un’idea universale e chi non lo sa lo intuisce. La scienza e l’arte italiana sono piene di quella idea grande. Ebbene, che cosa ha fatto il conte di Cavour? Un piccolo regno di secondo ordine, che non ha importanza mondiale, senza ambizioni, imborghesito».