Quando inventai la sigla goliardica «il kattolico» ero giovane ed avevo ancora negli occhi le scritte, sui muri, dei rivoluzionari con la mutua: Craxi con la croce uncinata al posto della «x», Kossiga con la kappa e le «esse» tracciate a mo’ di SS. L’uso della kappa in luogo della «c» dura faceva molto lingua tedesca, il tedesco faceva molto nazista e nazista (o fascista, era lo stesso) era chiunque si opponesse alla Rivoluzione. Da qui la decisione di provocare mettendomela da solo, la kappa. Anche perché dava, come tutti i simboli, un’idea immediata e sintetica. Il messaggio era: qui parla un cattolico tosto, di quelli che non porgono l’altra guancia (di Cristo, non la propria) e non hanno peli sulla lingua.