Nel 1997 un ricercatore tedesco brevettò un trattamento medico ricavato da embrioni umani. Greenpeace fece annullare la registrazione. Lui si rivolse al tribunale e questo alla Corte di giustizia europea. Il 18 ottobre 2011 la Corte del Lussemburgo ha decretato il divieto assoluto di distruzione di embrioni umani a fini commerciali. Il sottosegretario italiano alla salute Eugenia Roccella ha commentato: «La questione è stata sollevata da Greenpeace e dai Verdi europei mentre quelli italiani difendono il panda e non l’embrione». Ma il dubbio permane: Greenpeace e i Verdi europei hanno difeso l’embrione umano o hanno segnato un punto contro le odiate multinazionali?