VIDELA&C.

Un lettore mi ha chiesto di dedicare un Antidoto all’articolo comparso (in traduzione) l’11 maggio 2012 sul “Fatto” e dedicato a descrivere (meglio: a insinuare) le complicità vaticane con i fatti dei “desaparecidos” argentini al tempo del presidente Jorge Videla. L’articolo è sconclusionato e basato su una testimonianza inverificabile. Dal complesso risulta contraddittorio, perché prima parla di complicità e poi dell’”irrilevanza” della Chiesa in Argentina. Ma, se ci avete fatto caso, in questo blog non perdo tempo a confutare quel che appare su fogli schierati ideologicamente a sinistra: la propaganda demonizzante l’hanno inventata loro e vi sono maestri (anche perché non hanno altro). Il sinistrismo è solo una perfetta macchina per prendere il potere. Ottenuto il quale, non sa che farne e instaura il solito, vecchio giacobinismo fatto di povertà diffusa, repressione a tutti i livelli, propaganda ossessiva e nomenklatura. Da sempre, i “sinistri” hanno fatto di mestiere il giornalista (Marat, Proudhomme, Mazzini, Marx, Lenin…). O il regista, il comico, il cantante… La propaganda è il loro pane e l’unica loro ragione di vita, per la quale sono disposti a sacrificarsi e morire (dopo aver sacrificato e impiccato gli altri). Ci vuole il tempo pieno per ribattere, rintuzzare punto su punto, querelare se del caso, procurarsi una scorta armata per difendersi dai loro picchiatori. Il Vaticano ha tutto questo: lo usi. I laici di buona volontà hanno dato e danno. Ma i più esperienti (tra cui chi scrive) sanno benissimo che, in caso di guai, verranno lasciati soli. Perciò, l’articolo di cui sopra è stato sicuramente letto da chi di dovere: provveda, se vuole. Questo lo dico per tutti quei lettori che mi segnalano articoli sperando che io controbatta ogni volta, come fa Paolo Granzotto sul “Giornale”. Solo che lui è pagato, e bene, per farlo, e ha a disposizione gli avvocati dell’editore. Io no.