Il Centro Cattolico di Documentazione di Marina di Pisa mi ha girato un articolo di Riccardo Ruggeri apparso su “Italia Oggi” il 20 novembre 2012. Ne riporto la parte più intrigante: «Bilancio di un anno di Monti: le cifre sono tutte peggiori di un anno fa. Perché risultati così disastrosi da parte di gente così colta? (…) Avevano mano libera, potevano rivoltarci come calzini, invece sono costretti a farsi l’auto-endorsement con 17 pagine di imbarazzante auto-celebrazione, perché? Tutti dovrebbero saperlo, se imponi una politica basata sui “numeri”, devi accettare che siano i “numeri” a giudicarti: e i numeri (Istat) sono tutti peggiori di un anno fa. La formuletta inglese “it’s clear that things will get worse before they get better” ripetuta fino alla nausea (le cose vanno peggio prima di andare meglio) che ha funzionato nell’Estonia di Tomas Hendrik Ilves, un vero leader (con grave scorno di Paul Krugman), qua è stato un flop. Così come l’ormai stucchevole “eravamo sull’orlo del burrone, grazie a noi siete salvi”, gli italiani sanno che i “numeri” dicono altro: “se prima eravamo sull’orlo, ora ci siamo dentro”: in realtà non lo eravamo né prima né oggi. I professori si difendono: “se ci sono colpe, queste sono delle Corporazioni”. Ebbene i due terzi dei membri del governo appartengono alla peggior Corporazione del paese, quella dei burocrati pubblici: noti per mancare dei due requisiti base, “trasparenza” e “volontà semplificativa”. Parlando a vanvera di patrimoniale e di tassazione, 235 miliardi (“bianchi” e tracciabili, fonte Fmi) si sono trasferiti all’estero, non per nascondersi, ma per sfiducia verso il governo. L’unica patrimoniale seria, quella suggerita da Oscar Giannino, a carico del patrimonio dello Stato, non è stata fatta. Gli aspetti positivi. I professori al governo, tutte persone perbene, si sono rivelati ben attrezzati per colloquiare con gli attuali padroni del mondo occidentale: i tecnocrati. Una gang di furfanti cosmopoliti, compagni di master che fra loro parlano solo inglese, che campano con algoritmi truffaldini, che si sostengono e si riproducono fra loro, che praticano una feroce cooptazione chiamandola meritocrazia, che occupano tutti i gangli del potere occidentale, ebbene costoro hanno dato l’endorsement ai nostri professori: un indubbio successo».