Dice l’Istat 2012 che il 20% delle separazioni coniugali avviene per «ingerenza dei suoceri». A me pare anche poco, a dir la verità. Infatti, due o tre secoli di romanticismo ci hanno plagiato in modo tale che scegliamo il coniuge “col cuore” anziché col cervello. Si guarda solo a “se c’è la passione”. E non si guarda ad altro. E «altro» è tutto quel che verrà fuori dopo, che è atto di per sé a far svanire ogni “passione”. Si scopre troppo tardi che ci si è sposati, per sempre, con tutta la famiglia di lei (o di lui), gente che non hai scelto e con la quale non c’è mai stata alcuna “passione”, ma che ti entra nell’esistenza quotidiana per non uscirne più (se non, appunto, con la separazione). Prima –prima!- di metterti seriamente con lei (o con lui) dovevi verificare se andavi d’accordo con tutto il suo entourage: genitori, fratelli, cognati, cugini, amici. Basta una sola nota stonata per avvelenare qualunque armonia. Una sola. Se sei innamorato(a) di lei (o di lui) ma detesti i suoi, un consiglio: lasciala(lo) subito. A meno che non li detesti anche lei (o lui). Se lei (o lui) è tanto attaccata a papà o a mammà o a tutt’e due, sappi che si tratta dei nonni dei tuoi futuri figli, e dovrai pure prenderli in casa quando saranno vecchi e malati. E se già non li sopporti ora, come farai quando saranno anche un peso infermo e bilioso? L’allevatore sceglie un bue scrutandogli perfino il pedigree, eppure non deve certo metterselo in casa. Invece tu, nel legarti per sempre a un essere umano, guardi solo ai suoi begli occhi. E null’altro. Sei pazzo.