Si legge con l’accento sulla «e», infatti è proprio lui, Martin Luther, il Martin Lutero di quella che, non si sa bene perché, continuano a chiamare Riforma, laddove fu in realtà uno scisma. «Riformati» si dissero da sé stessi, i suoi seguaci, mentre da tutti gli altri erano appellati «protestanti». Oggi si chiamano semplicemente luterani, perché di «chiese protestanti» ormai ce ne sono legioni. Per forza: lui disse che non c’era più bisogno di papi perché ognuno era papa di se stesso. Lo presero in parola e lui se ne adontò, forse perché, in cuor suo, il papa voleva farlo lui. Finì, tanto per cambiare, in massacri, perché non è vero che la gente si ammazza per motivi economici: per motivi solo economici ci si mette d’accordo, è più conveniente. Come disse Paperon de’ Paperoni al suo rivale Rockerduck, meglio sedere in due su un mucchio di dollari che da soli su un mucchio di rovine. No, la gente si scanna, invece, per motivi religiosi, perché la vita eterna non è negoziabile. Ma se volete sapere tutto-ma-proprio-tutto sull’argomento leggetevi «Martin Lutero» di Angela Pellicciari (Cantagalli, pp. 174, €. 12,90), la quale per una volta ha lasciato il Risorgimento e ha deciso di raccontarci da par suo l’altro volto del Personaggio