Trovo sul numero di dicembre 2012 della rivista «Tradizione, famiglia, proprietà» una dichiarazione, che riporto, di uno dei fondatori (oggi pentito) di Greenpeace, Patrick Moore: «Una ragione del sorgere dell’ambientalismo radicale è il fallimento del comunismo mondiale. Quando il muro è crollato un sacco di pacifisti e di attivisti politici hanno migrato verso il movimento ambientalista, portando con loro il neo-marxismo. Hanno imparato a usare una lingua verde per mascherare programmi che in realtà avevano molto più a che fare con l’anticapitalismo e l’anti-globalizzazione che con l’ecologia e con la scienza». In Italia si chiamano anche No-Tav, oltre che No-Nuke e No-Qualunquecosa. Ma si chiamano anche Progressisti (così da essere sicuri di occupare tutti i tavoli).