Fra le pratiche che prima o poi papa Bergoglio dovrà aprire per mettervi mano c’è quella dello Ior, Istituto Opere Religiose, la cosiddetta banca vaticana. Fu già gloriosa, come quando, ai tempi di Pio XII, dette riparo alle offerte che Padre Pio riceveva da tutto il mondo per la sua Casa Sollievo della Sofferenza e sulle quali l’allora disastrato ordine dei cappuccini (messo sul lastrico dal coinvolgimento nello «scandalo Giuffrè») voleva allungare le mani. Oggi, da più parti se ne invoca un ripensamento e c’è addirittura chi si chiede se davvero il Vaticano abbia bisogno di una banca. Qualunque cosa decida di fare il nuovo papa, non sarebbe male se prendesse in considerazione una qualche forma di risarcimento, anche simbolica, per Ettore Gotti Tedeschi, prima chiamato alla presidenza dello Ior e poi cacciato a pedate con toni degni di miglior causa. L’unica vittima di quel malaugurato “affaire” si è vista, da quel momento, tutte le porte clericali chiuse in faccia, e il suo prestigio di banchiere internazionale cattolico fortemente menomato. Già: uno dei pochi banchieri dichiaratamente cattolici in circolazione liquidato proprio dal Vaticano… Eh, mai fidarsi dei preti.