Un lettore mi ha girato la notizia che nel maggio 2013 un insegnante (siciliano) di italiano all’Asmara è stato espulso dall’Eritrea non appena le autorità sono venute a sapere che nel 2008 aveva contratto matrimonio omosessuale in Spagna con un cileno. In Eritrea, infatti, l’omosessualità è reato e prevede fino a dieci anni di carcere. L’insegnante in questione, sebbene laureato, non si è nemmeno informato sui siti dei Ministeri degli Esteri occidentali, altrimenti avrebbe saputo che in Africa e in Asia sono tantissimi i Paesi in cui l’omosex rischia la galera o addirittura il collo. Ora, poiché nelle scuole italiane all’estero si può insegnare solo dopo avere superato una lunga trafila che fa capo al Ministero dell’Istruzione (ma anche a quello degli Esteri e poi alle ambasciate), possibile che nessuno gli abbia preventivamente descritto la situazione eritrea? E come mai le autorità dell’Asmara sapevano del di lui «matrimonio» e quelle italiane no? A meno che la vittima dell’increscioso affaire non ci sia andato apposta… Eh, a pensar male si fa peccato (diceva il defunto Giulio).