Prepariamoci perché la persecuzione dei cristiani sarà (inizialmente) amministrativa, come quella contro i cattolici inglesi fino al 1828. Adesso in prima fila sono i ginecologi, gli infermieri e i medici che non prescrivono la pillola, più i farmacisti che non la vendono. Poi si passerà ai funzionari e impiegati che si rifiuteranno di celebrare o trascrivere “nozze gay”, nonché ai sessuologi che non assisteranno coppie omo con problemi. Gli affittacamere e i bread&breakfast hanno già i guai loro. I librai e gli edicolanti sono avvisati. Scrive Marco Respinti su La Nuova Bussola Quotidiana del 23 maggio 2013 che «a Portadown, in Irlanda del Nord, il tipografo Nick Williamson, cristiano, finirà in tribunale come “omofobo” per essersi rifiutato di stampare un giornaletto di propaganda omosessualista, per di più dalla grafica esplicita». L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa, diretto a Vienna da Gudrun Kugler, ha già faldoni pieni di roba del genere. Finiremo prima rovinati economicamente, poi in galera. Infine, se le carceri scoppieranno, gasati o terminati chimicamente (i nostri organi espiantati costituiranno ricco business). O nei campi di lavoro forzato. E non so cosa sia meglio. D’altra parte, il paganesimo non poteva tornare senza i suoi connotati più tipici: la schiavitù, il libero aborto e le persecuzioni contro i cristiani. Naturalmente, i più non reggeranno alla pressione e si adegueranno alle leggi, come nell’antica Roma. Solo pochi, come allora, accetteranno di perdere tutto per restare fedeli a Cristo. L’unica differenza con l’antica Roma è questa: la tecnologia a disposizione non lascerà scampo ad alcuno.