Non pochi tra voi, letto il titolo di questo Antidoto, avranno pensato a «papi» Berlusconi, che così era affettuosamente chiamato dalla giovane Noemi al cui compleanno l’allora premier aveva presenziato. Ciò, come si ricorderà, scatenò giornalisti, comici, nani & ballerine (tutti militanti “de sinistra”) contro il presunto sessuomane di Arcore. Com’è noto, quell’uomo non può neanche scorreggiare senza che ne segua un putiferio mediatico (e magari procuratizio), avente come scopo la demolizione dell’unico collante del centrodestra. No, qui oggi parliamo di papi-papi, cioè pontefici, perché è appena uscito un libro che forse può interessarvi, dato –anche- che reca la mia prefazione. Si tratta di “I grandi papi”, di Eugenio Russomanno (Edizioni Segno). Certo, la scelta è sempre soggettiva, perché uno può essere grande papa per qualcuno e di nessun conto per qualcun altro. Non solo. Certi papi furono santi, altri no, anche se magari ebbero notevole statura politica. Raramente le due cose coincisero. Comunque, leggetelo, se vi va, e giudicate voi stessi se ci sono tutti, i “grandi”, o se ne manca qualcuno. O se ce n’è qualcuno che non ci dovrebbe essere.