Nel 1978, in Brasile, la diciassettenne Iva Marques fu stuprata da un pregiudicato. Rimase incinta e i suoi fecero di tutto per farla abortire. Ma lei si rifiutò. Dovette scappare di casa e perfino dalla sua città. Crebbe il figlio facendo ogni tipo di lavoro, mentre il suo stupratore finiva ammazzato in una sparatoria. Anche il bambino dovette lavorare e furono tempi davvero duri. Oggi Anderson –così si chiama- vive in Italia, fa l’arbitro professionista di calcio, si è sposato, ha «il sorriso sempre stampato sul viso che ti viene incontro manifestando allegria e voglia di vivere». Dice sempre: «Jesus is my coach». (Cfr. Giovanni Terzi su «Il Giornale» del 12 gennaio 2014).