In un dettagliato articolo su La Nuova Bussola Quotidiana del 7 agosto 2014, Fabio Spina ha scritto, tra l’altro: «L’Italia attuale è sempre più verde, più di un terzo di Paese è coperto dai boschi, rispetto a 50 anni fa l’estensione dei boschi è più che raddoppiata avvicinandosi alla quota record di undici milioni di ettari. Se hanno ragione gli ecologisti allora, essendo aumentati i boschi, le frane ed alluvioni sono diminuite sensibilmente? La sensazione è che invece ciò non sta accadendo (…). I boschi che fanno bene al territorio, che limitano il dissesto, sono quelli curati dall’uomo (…). Già la cultura contadina sapeva che: un bosco abbandonato si ammala prima e s’incendia con maggiore facilità, (…) i canali di scolo non puliti con il tempo creano la palude e la malaria, i torrenti si riempiono di detriti creando problemi alle prime precipitazioni consistenti». Infine: «La Liguria, almeno in un caso ha cercato di seguire una “green economy” che creasse lavoro, benessere, curando i boschi e foreste, private e demaniali. Faggete, castagneti, abetaie e alberi da fusto che coprono 375 mila ettari, il 70% del territorio regionale. Sapete chi si è opposto? Il Wwf, secondo cui la legge sullo sfruttamento dei boschi demaniali “va contro la Costituzione”». Perché? Perché la Regione si è affidata agli odiati privati.