Oggi, festa patronale. Chiesa stracolma. Bolla di calore. I più sono anziani. Il prete, imperterrito, saluta le autorità, fa la prefazione al vangelo, ad accorciare l’omelia non ci pensa proprio. Complesse canzoni a ogni passaggio. La processione coi «doni» è smisurata: prodotti locali, vasi di fiori, dolci, liquori (di ognuno di essi viene spiegato il «simbolo»). Come previsto, un anziano si accascia. Viene portato fuori. Nessun medico in sala. The show must go on. Esco e il poveraccio è disteso sull’asfalto, all’ombra, mentre alcuni attorno a lui si affannano col cellulare. A cento metri in linea d’aria c’è una sede della Croce Rossa, con ambulanza. Ma non può intervenire finché non ha il via dal «numero unico», 118. E’ il protocollo, bellezza. Dopo un po’ me ne vado, tanto non posso farci niente. Quello è sempre in terra.