«Risulta evidente, infatti, contrariamente alle parole d’ordine che, ancora oggi, si fanno circolare anche nel mondo cattolico sul conto della teologia della liberazione, che: non si trattava di un fenomeno religioso spontaneo, perché, se così fosse stato, sarebbe stato diverso da paese a paese ed avrebbe assunto caratteristiche diverse le une dalle altre a seconda delle situazioni politiche, economiche e sociali locali; non nasceva da esigenze religiose e spirituali della cosiddetta base, in quanto la diffusione contemporanea, simultanea ed “a comando” di certi slogan e di certi leit-motiv univoci presupponeva, viceversa, una rete capillare di operatori pastorali, di attivisti, di organizzazioni e di mezzi finanziari di notevole entità; non attecchì, esclusivamente in zone agricole e tra le popolazioni indie o sottosviluppate, ma viceversa con più virulenza nelle periferie dei grossi centri urbani, tra il proletariato più sindacalizzato e politicizzato» (Riccardo Pedrizzi, Formiche.net , 14.7.19).