«Esistono codici inderogabili. I migranti sono sempre migliori di noi. E altri ingredienti politico-sociali imprescindibili per i produttori che altrimenti non sganciano». Così, Pino Farinotti, critico cinematografico, intervistato da Stefano Giani («Il Giornale, 19.8.19), il quale replica: «E i registi non lavorano». Farinotti: «In una parola, manca la libertà».