Commentando il caso di Malika, cacciata di casa perché lesbica, Riccardo Cascioli, direttore de La Nuova Bussola Quotidiana, fa osservare quel che i media hanno taciuto: la famiglia di Malika è musulmana. E aggiunge che «in Italia c’è addirittura un Numero verde (800682718) dedicato alle donne arabe vittime di violenza, all’interno del progetto “Mai più sola” dell’associazione Acmid-Donna onlus a cui nel periodo settembre 2019-settembre 2020 sono arrivate bel 6.210 richieste di aiuto: il 51,5% per violenze e maltrattamenti, il 12% per casi di poligamia, lo 0,7% per matrimoni forzati (anche Hina –uccisa a martellate dal marito perché voleva farsi cristiana, ndr- fu vittima di questa pratica), l’8,6% per problemi legati all’affido dei figli minori, inclusi casi di rapimento che qualche volta affiorano anche sulle pagine di cronaca dei nostri giornali. In questo prolungato periodo di lockdown i casi, dice Acmid, sono aumentati del 67%. E questo è soltanto quello che viene denunciato, ma molti di più sono i casi che restano nascosti all’interno di comunità chiuse e spesso “religiosamente” controllate in modo ferreo (vogliamo parlare delle violenze contro coloro che si convertono, in Italia, al cristianesimo?). A questo poi vanno collegati altri fenomeni inquietanti, come la “scomparsa” di ragazze islamiche dalla scuola (il 60% non termina il ciclo di studi)» (17.4.21).

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