Libri

I santi militari

L’obiezione di coscienza per i cattolici è una bufala. Mai i cristiani sono stati contro il servizio militare. Anzi, le legioni romane ne erano piene. Certo, la Chiesa ha sempre insegnato che è meglio un esercito di volontari (la coscrizione obbligatoria e di massa fu reintrodotta dai giacobini), ma non ha mai vietato ai fedeli il mestiere delle armi. 

Semmai, ha disciplinato questo mestiere, letteralmente inventando quelli che oggi sono i capisaldi delle norme del diritto bellico: distinzione tra combattenti e civili, rispetto dei prigionieri e delle tregue, regole d’onore eccetera. Non a caso, il termine «cavalleresco» è entrato nell’uso a indicare un modo di affrontare quella dura necessità quando il ricorso alla diplomazia si è rivelato inutile. 

La cavalleria medievale fu appunto un’invenzione della Chiesa (fu s. Bernardo di Chiaravalle a scrivere la regola dei Templari). In questo libro c’è una corposa carrellata di Santi che imbracciarono le armi nei duemila anni di storia cristiana. 

Ci sono i Protettori delle varie armi, i cappellani militari e anche quei «dimenticati» che combatterono per difendere la loro libertà di professare il cattolicesimo.

Il vangelo secondo me

Cosa succede, oggi, se una persona comune si mette a leggere il Vangelo? Dalla prima parola fino all’ultima, infatti, non si può negare che in molti punti appare ambiguo, a volte anche contraddittorio. Cristo sembra comportarsi in un modo e poi in un altro. 

Quante volte vi si legge che i discepoli «credettero»? Ma non bastava una? Come mai si scopre che certi non credettero affatto, alcuni neanche dopo l’Ascensione? A ben leggere, alla lettera, il Vangelo è un resoconto sconcertante. 

Che, per giunta, non spiega il problema della sofferenza: perché sono nato? perché devo soffrire? cosa c’entro io col peccato di Adamo? perché Dio il più delle volte non esaudisce le preghiere? perché devo caricarmi di precetti e divieti sennò finisco all’Inferno? sono davvero libero o non sono nient’altro che un burattino nelle mani di Dio? 

Insomma, il Vangelo come non lo avete mai letto. Con le domande che non avete mai osato porre.

L’ombra sinistra della scuola

Memorie frustrate di un insegnante di scuola secondaria a cavallo del Sessantotto. Nel senso che prima del Sessantotto era stato un liceale nel Sud, dopo un insegnante. Tutto è cambiato. Un capitolo sì e uno no, l’«armarcord», il «come eravamo»: felici e spensierati quando tutto era vietato. Poi, la scuola vista dall’altra parte della cattedra: un circo equestre senza gabbia. Tutto è raccontato, anno per anno, da un disgraziato che voleva solo insegnare. Ma che è stato costretto a scappare per salvarsi le coronarie e dall’esaurimento. Un libro che è diventato un cult per l’associazione psichiatrica milanese che si occupa di burnout, cioè di insegnanti scoppiati. Le tragicomiche (ma veritiere) avventure di un insegnante nella scuola italiana del dopo-Sessantotto.

Cianciana

Si stava meglio quando si stava peggio? L’autore è nato in un paesino siciliano, e ricorda com’era la vita in un borgo contadino degli anni Cinquanta. Con le nonne che parlavano a colpi di proverbi, i preparativi e i rituali per i fidanzamenti, la vita in mezzo agli animali e in campagna, la mentalità religiosissima, le feste, l’allegria di un mondo senza televisione e senza «liberazioni». L’emigrazione, la disoccupazione, la fame anche. Ma la gioia rassegnata di chi sa che la vita è bella perché non è tutto. Un microuniverso con tanti bambini e pochi vecchi, dove l’educazione era risolta per le spicce, a mano, eppure nessuno cresceva frustrato o depresso o represso. Un Uomo Chiamato Cavallo nella tribù di Cianciana, a ridosso degli anni del boom (un boom che laggiù non arrivò mai) e prima, grazie a Dio, del Sessantotto. Chi non è nato prima, non saprà mai come può essere dolce la vita.

Io e il Diavolo

La Mondadori mi chiese di cimentarmi con la vita di s. Antonio di Padova vista da un laico. Doveva essere una collana di vite di santi scritte da scrittori di un certo grido. La collana non ha avuto molto successo ed è stata sospesa. Sì, perché l’unico libro che aveva venduto bene era stato il mio. In effetti, dovetti pensarci a lungo, perché il problema era il taglio: su quel santo era già stato detto tutto (anche se pochi lo conoscono a fondo). Così, decisi di fare una «autobiografia», facendo parlare il santo in prima persona. Ed evidenziando quel che di lui nessuno conosce: la demonomachia, per esempio (le sue lotte col demonio). Di questo «santo dei miracoli» in genere si pensa che sia bravo a far ritrovare le cose perdute. Ma non si spiega perché, dopo la Madonna, è quello che ha il maggior numero di luoghi e città intitolate al suo nome. Non c’è chiesa che non abbia una sua immagine. Nessuno conosce le sue lotte contro gli eretici catari, né il fatto che sia stato lui a convincere s. Francesco a permettere lo studio ai francescani. Lo sapevate che è anche Dottore della Chiesa? Nemmeno si conosce la sua personale crociata contro l’islam. Il risultato è un libro che si legge come una fiction, perché i colpi di scena non mancano. Ma è tutto vero.

Pippo

Adorabile, pasticcione, ingenuo, dotato di uno spirito candido e poetico, incapace di concepire il male, ma abilissimo nel combattere i “cattivi” a fianco di Topolino al quale, spesso, toglie le castagne dal fuoco. Pippo: l’amico che tutti vorremmo avere al nostro fianco perché è sempre pronto a dare senza chiedere niente in cambio. Presentazione di Rino Cammilleri.

 

 

 

La vera storia dell’inquisizione

Da sempre l’Inquisizione è stata l’argomento polemico principale contro i cattolici e la Chiesa. Ormai è passata nel gergo comune per indicare efferatezze, intolleranza e il contrario, insomma, dell’amore cristiano. I cattolici ne parlano con imbarazzo, cercando di evitare l’argomento, quasi vergognandosene.

Ma l’ignoranza della storia non serve a niente; anzi, è controproducente. Cosa fu veramente l’Inquisizione? Fu davvero quel mostro che ci hanno raccontato? Oppure le cose stanno in modo diverso? Come si è formata la «leggenda nera» su di essa? Come deve rispondere un cattolico interpellato sul tema? 

In questo libro si fa luce sull’argomento, in un agile testo che utilizza il meglio della moderna ricerca storica. Già, perché gli storici accademici sanno bene come stanno le cose. Solo che i loro ponderosi tomi quasi mai arrivano al grande pubblico. Con la prefazione di Franco Cardini.

Il Kattolico

Raccolta degli articoli che l’autore scrive per la rivista di apologetica popolare «Il Timone». Varia, di tutto e di più. Ma sempre con taglio, appunto, kattolico. La kappa mima quegli anni «formidabili» in cui Cossiga era scritto Kossiga, con le esse a zigzag, come le SS naziste. Poichè l’autore è un ex sessantottino così imbecille da essersi «pentito» quasi subito (sennò, a quest’ora era come minimo direttore della Rai), gli è rimasto il vizio di vedere le cose da laico, come tutti i convertiti, insomma, che diventano più realisti del re. In realtà, è che loro nel deserto ci sono già stati, e sanno bene che non c’è niente, solo cactus spinosi e sete. E si stupiscono dei cattolici, che non sanno di vivere in un’oasi lussureggiante. Al di fuori del cattolicesimo non c’è niente, date retta: solo disperazione esistenziale ammantata di snobberia. Impariamo a guardare tutto, anche le cose minime, con gli occhi della fede. Così cerca di fare questo libro, che legge i fatti di ogni giorno con gli occhiali cattolici. L’autore si è accorto di essere anche un buon creatore di slogan, visto che quella kappa è stata ripresa in tanti siti web. Visto che c’è, rivendica anche l’ideazione, tanti anni fa, delle locuzioni «sindrome di Peter Pan» e «mostri della ragione», diventati di uso comune.