«Un filo di Arianna lega ideologicamente le novazioni legislative repubblicane in materia di diritto di famiglia. Le loro premesse stanno, però, nella Costituzione. L’Assemblea costituente, infatti, ha approvato il testo dell’art. 29 sopprimendo l’aggettivo «indissolubile» contenuto nel testo del Progetto. Diversi deputati democristiani alla Costituente furono assenti nella notte in cui venne approvato questo articolo. Le assenze non erano casuali. Erano state concordate soprattutto con il PCI, il quale si era impegnato a votare l’attuale art. 7. Ciò era frutto di una illusione. Si disse, infatti, che l’aggettivo «indissolubile» del testo dell’art. 29 proposto era pleonastico, poiché con l’approvazione dell’art. 7 venivano «costituzionalizzati» i Patti Lateranensi del 1929. Come dimostra la storia repubblicana e soprattutto la giurisprudenza della Corte costituzionale l’art. 7 non «recepisce», invece, affatto il «contenuto» dei Patti Lateranensi (in palese contrasto con i principî costituzionali), ma semplicemente il sistema pattizio, vale a dire la procedura della loro eventuale revisione (come è avvenuto, per esempio, nel 1984)» (prof. Danilo Castellano, ordinario di Filosofia del Diritto e della Politica e già Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Udine, intervistato da Samuele Ceccotti dell’ Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân il 3 settembre 2014).