E così anche Gandhi ha fatto outing. Scrive Matteo Sacchi sul «Giornale» del 12 luglio 2012: «Con una trattativa riservata, a poche ore dalla messa all’asta, l’India si è aggiudicata un carteggio che scotta. Quello tra il Mahatma Gandhi (1869-1948) e un architetto tedesco, Hermann Kallenbach dove emergerebbero le tendenze omosessuali della “Grande Anima”». Le quali erano già state riportate nella biografia che il premio Pulitzer Joseph Lelyveld aveva dedicato lo scorso anno a Gandhi. Il libro rivelava che quest’ultimo teneva la foto dell’amante sul comodino. Rivelava anche certi passaggi un po’ osé di una delle tantissime lettere intercorse tra i due. In effetti il tedesco, di origini ebraiche, era un «prestante intellettuale (praticava ogni tipo di sport)». Ma, di questi tempi, non si capisce l’imbarazzo del governo indiano. Il nostro partito radicale, libertario, transpartitico e transnazionale, non si definisce a giusta ragione anche «gandhiano»?