Silvio Garattini, direttore del centro di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, è stato intervistato da «Tempi» il 13 novembre 2013 a proposito della cosiddetta “vivisezione” (gli animalisti ne fanno uno dei principali responsabili). Ha detto, tra le altre cose, che tempo addietro aveva commissionato un’indagine a un’agenzia di sondaggi: «Al quesito “Sei contro la vivisezione?” tutti dicono di sì; se invece si chiede “Sei contro l’impiego degli animali nel progresso della medicina?” le risposte cambiano radicalmente». E ha puntato il dito in una direzione precisa: «Secondo me c’è una ragione profonda: la formazione scolastica in Italia è di tipo letterario, filosofico e giuridico. La scienza come forma di cultura è esclusa. (…) Questa è una carenza della nostra cultura, molto pesante perché oggi la scienza è una disciplina che condiziona enormemente la nostra società. Il fatto che abbiamo scuole simili determina una carenza di comprensione di come opera la scienza, di come procede la ricerca e di quanto abbia a che fare con la vita di tutti i giorni. Basta fare un esperimento molto semplice: se un giornale scrive che Garibaldi è un pittore dell’Ottocento tutti si accorgono subito dell’errore. Se invece in un articolo si confonde il midollo osseo con il midollo spinale nessuno dirà nulla, perché nessuno si accorge della differenza».