gheddo

GHEDDO

Poiché non mi perdo un rigo di padre Piero Gheddo, ecco una parte significativa di quel che ha scritto su Zenit.org il 10 ottobre 2012 parlando del clima post-conciliare: «Potrei citare molti casi concreti. Ad esempio, gli attacchi che ho ricevuto quando, ritornando dal Vietnam in guerra, dov’ero stato invitato dai vescovi, denunziavo e documentavo che i “liberatori” del popolo vietnamita (cioè i comunisti vietcong e nord-vietnamiti) erano in realtà nuovi e peggiori oppressori della dittatura filo-americana del Sud Vietnam. Era la pura verità, ma in Occidente non si poteva dire. Anche fra animatori e operatori missionari nei mass media quelle verità erano tabù. Nel novembre 1973, di ritorno da un viaggio in Vietnam sono stato invitato al congresso nazionale dei “Cattolici solidali con Vietnam, Laos e Cambogia”. All’inaugurazione, in un teatro di Torino, era presente anche l’arcivescovo card. Michele Pellegrino, che mi dice: “Ti ho fatto invitare io. Ho detto che sarei venuto ad aprire il congresso, se invitavano te a tenere la prima relazione”. Ho parlato, raccontando solo quel che avevo visto e riportando le voci dei vescovi, fra contestazioni e fischi, com’era abituale a quel tempo. Quando finisco, p. Davide Turoldo mi prende e mi porta in un camerino nel retro-palco di quel teatro. Prima mi chiede se quel che ho raccontato l’ho davvero visto io oppure il Vaticano mi ha detto di dirlo. Poi mi aggredisce col suo vocione: “Gheddo, ti voglio bene, ma tu sei fuori strada. Anche se tutto quel che dici è vero, non ti rendi conto che danneggi la causa socialista. Ma il socialismo trionferà, perché è l’unica speranza dei poveri”. Caro e povero Davide, grandissimo prete e poeta, ci volevamo bene davvero! Ma anche tu eri preso nel vortice di un’ideologia che esaltava i regimi del socialismo reale, senza tenere in nessun conto la realtà dei fatti. Sappiamo com’è finita. Dopo la caduta del Muro di Berlino (novembre 1989), nell’editoriale di una importante rivista missionaria italiana si leggeva: “E’ crollato il Muro di Berlino e tutti fanno festa. Ma crollato il socialismo, ora chi difenderà i popoli poveri?”».

GHEDDO

Padre Gheddo, decano dei missionari italiani, così ha scritto su La Bussola Quotidiana il 21 aprile 2012 a proposito del sottosviluppo africano: «La visione “terzomondista” del rapporto Occidente-sud del mondo suscita, soprattutto negli intellettuali e nei giovani di quei popoli, frustrazione, rabbia, impotenza, sensi di rivolta e di vendetta, sentimenti negativi per lo sviluppo dei loro popoli: se la colpa della nostra situazione di miseria è dell’Occidente, la soluzione è di odiare e combattere contro l’Occidente, di umiliare l’Occidente. Li educa a protestare, denunziare, proclamare la lotta di classe fra poveri e ricchi, ma non ad un impegno personale costante, onesto e sacrificato, rivolto anzitutto all’educazione dei loro popoli, come sarebbe necessario». Già: anche l’odio per noi glielo abbiamo insegnato noi.