L’agenzia «Notizie dalla Terrasanta» del 20 novembre 2008 ha riportato una lettera di padre Rosario Pierri, un frate italiano docente presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Il francescano riferisce di essere stato fatto oggetto di sputi, insieme ai suoi confratelli, per le vie di Gerusalemme da parte di un corteo di giovani ebrei ortodossi, di quelli con i boccoli alle tempie. La polizia ha impedito che le cose degenerassero ma è interessante quel che il francescano si chiede: «Se dei giovani sputano in questo modo e con questa arroganza e spavalderia anche alla presenza della polizia, vuol dire che hanno ricevuto un tale insegnamento dai loro maestri, se non dai loro padri, e godono di buone protezioni. Il fatto accaduto ha una chiara matrice pseudo-religiosa e il loro disprezzo è una manifestazione di odio. Ora provate a immaginare se solo lontanamente qualcosa del genere fosse capitato a qualcuno di quei manifestanti anche nel più remoto angolo della terra. Cosa sarebbe successo nel mondo della comunicazione?». Rispondo io: immaginiamo che, ovviamente, anche il Papa avrebbe stigmatizzato l’episodio di “antisemitismo” (che, poi, è roba razziale, non religiosa). Il bello è che, come lo stesso Pierri ammette, non è certo la prima volta che cose del genere accadono laggiù.