Per chi ama le tradizioni siciliane, ecco un bel libro di Giovanni Tesè, “La Madre Santissima del Lume, tra fede, storia, arte e leggende” (Tabula Fati). La storia è questa: un gesuita palermitano, Giovanni Antonio Genovese (morto in odore di santità), nel 1722 pensò di far eseguire una immagine della Madonna da portare con sé in missione in giro per il pianeta, una Vergine Luce del Mondo. Ma voleva fare le cose nel modo più gradito a Maria. Si rivolse a una veggente di Palermo, forse una suora o addirittura (si dice) la principessa di Favara. Il 21 novembre, questa, nella festa della Presentazione, cadde in estasi nella chiesa del noviziato della Compagnia di Gesù e dedicata a san Stanislao Kotska. Le apparve la Madonna con il braccio il Bambino. Con la mano destra, salvava dalle fiamme dell’Inferno, tenendola per un braccio, un’anima. Alla sua sinistra, un angelo offriva a Gesù un cesto con dentro i cuori dei peccatori salvati dall’intercessione della Madre. Il quadro fu realizzato secondo la visione e oggi si trova in molte chiese siciliane. Lo si trova anche in diversi luoghi di missione nel mondo.