Manoppello, dalle parti di Pescara, custodisce il Volto Santo, un piccolo telo con impresso il viso di Gesù. Non è un dipinto e lo si può vedere anche dal retro. La sua storia è singolare. Pare che nel 1506, quando Manoppello era un feudo dei Colonna, il ricco Giacomantonio Leonelli stesse conversando con gli amici davanti alla chiesa di San Nicola. A un tratto uno sconosciuto lo tirò in disparte e gli consegnò un pacco, poi scomparve. Nel pacco c’era il Volto Santo, forse quel Velo della Veronica che era sparito anni prima da Roma e di cui si erano perse le tracce. Nel 1618 una discendente del Leonelli, Marzia, ebbe bisogno di denaro per riscattare il marito, prigioniero di guerra a Chieti. Cedette quel panno al notaio Donato de Fabritiis, il quale nel 1646 lo cedette a sua volta ai padri cappuccini. Questi ultimi costruirono il santuario dedicato al Volto Santo. E’ esso «la Veronica»? Questa immagine «acheropita» (non fatta da mano umana) sarebbe apparsa per la prima volta a Kamulia, in Cappadocia, e poi portata a Costantinopoli nel 574. I bizantini la usavano come stendardo in battaglia e con essa combatterono in Africa. L’imperatore Eraclio la issava nel 622 durante la sua spedizione contro i Persiani. Nel 626 fu esposta sulle mura di Costantinopoli assediata dagli Avari. Si narra che, al tempo dell’eresia iconoclasta, il patriarca Germano per salvarla la affidò al mare e le onde la portarono a Roma dal papa Gregorio II. Comunque, se vi interessa, tutta questa storia, insieme ad altre, la trovate nel libro (che usa ulteriori fonti) «Il Graal in Abruzzo», di Nicoletta Camilla Tavaglini (Tabula Fati, pp. 143, €. 12,00).