La chiesa è la casa di tutti, non è mica la moschea dove pure il papa e la regina d’Inghilterra devono entrare scalzi. Alla messa principale, l’altra domenica, tornavo al mio posto dopo aver fatto la comunione tra le urla microfonate del coro con le chitarre («…maranatàaaaa!…») e c’era, seduta, una distinta sciura milanese con accanto il suo grosso labrador. Più in là un composto quarantenne con accanto il suo monopattino. Mi chiedo: potrò accendermi una sigaretta visto che non c’è il cartello «vietato fumare»?