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POSTE

Ho già avuto modo di lamentarmi dell’inefficienza delle Poste Italiane, dal non accettare come documento di riconoscimento il tesserino da giornalista (che secondo la normativa vale come documento di identità così come la patente) al consegnare il quotidiano in abbonamento a giorni alterni (facendo con ciò crollare gli abbonamenti). Oggi il postino non mi ha recapitato una raccomandata perché la mia portineria chiude alle 13 (e lui è venuto alle 13,06). Mi ha lasciato nella casella chissà come (ma non aveva trovato il portone chiuso?) l’avviso di giacenza. Sul quale c’è un numero verde e una app. Provo il verde: dopo decine di automatici “digiti uno, due, tre…nove”, niente, non riconosce il codice stampato sull’avviso. Provo allora con l’app, ma qualunque cosa digiti mi rimanda sempre la stessa richiesta di digitare. E quelli vogliono digitalizzare l’Italia? Vedrete che casino…

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POSTE

C’è la crisi della carta stampata, i giornali sono a picco, la previdenza dei giornalisti non sa più come pagare le pensioni. Ebbene, le Poste Italiane che fanno? Per risparmiare sui postini portano la posta a domicilio non più ogni giorno ma ogni due. Così, gli abbonati ai quotidiani disdicono, perché nessuno vuole, ovvio, il quotidiano del giorno prima. Sistema Italia. Geniale.