Il mondo “civile” si è indignato per la condanna a due anni di campi di lavoro per le russe “Pussy Riots” che, in chiesa, hanno inscenato una manifestazione anti-Putin. Dice a Zenit il 18 agosto 2012 il sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa costituito dal Ministero degli Esteri: “Ho l’impressione che non tutti conoscano esattamente i fatti. Le Pussy Riots hanno cantato una canzone dove non si limitano ad affermazioni politiche ma chiamano il patriarca ortodosso ‘puttana’, e il cui ritornello fa il verso alla liturgia ortodossa ripetendo ‘La merda, la merda, la merda del Signore’. E non l’hanno cantata in un loro locale, e neppure in una piazza, ma nella cattedrale di Mosca, uno dei luoghi più santi dell’ortodossia russa”. Introvigne ha anche ricordato le ‘contestatrici in topless’ Femen, “che nella piazza principale di Kiev hanno abbattuto con una motosega (…) un crocifisso con l’immagine di Gesù Cristo, che è stato gettato nella polvere urlando slogan anti-religiosi”.