Commentando l’ultimo rapporto sulla libertà religiosa nel mondo (Aiuto alla Chiesa che Soffre), il vaticanista Magister ha sottolineato un buddismo che in Occidente è pace, tolleranza ecc. ecc., mentre dove è maggioritario (Laos, Cambogia, Buthan, Mongolia…) non lo è per niente, anzi. In Sri Lanka le violenze contro cristiani e musulmani sono perpetrate «dalle organizzazioni buddiste più fanatiche, con l’appoggio di fatto del governo centrale». In Myanmar, ex Birmania, è anche peggio: «Non si contano le moschee e le chiese distrutte, i villaggi messi a ferro e fuoco, le centinaia di migliaia di persone costrette alla fuga (…). Filtrano notizie di torture e di conversioni forzate al buddismo, anche in tenera età (…). L’importazione di Bibbie e libri religiosi è illegale. Ai non buddisti è preclusa qualsiasi carriera nelle amministrazioni statali. E, nello stato federale di Rakhine, ai musulmani è stato «imposto di non mettere al mondo più di due figli per coppia».