referendum

REFERENDUM

Dei due-tremila lettori degli Antidoti (dati del webmaster) solo in 46 hanno risposto alla mia richiesta di pareri circa la trasformazione in blog a pagamento. Di questi, solo 13 si sono dichiarati disposti a versare i 5 euro mensili. Gli altri, con obiezioni le più variegate, hanno declinato. C’è chi ha rimproverato quella che è a loro sembrata una caduta di stile, chi ha accampato povertà estrema, chi ha tirato in ballo la “gratuità” evangelica, chi ha detto chiaro e tondo che 1 euro per sette-dieci righe è troppo. Eccetera. Qualcuno è stato molto cortese, qualcuno invece indisponente. Va bene, prendo atto che l’entusiasmo per la battaglia ideologica si infrange contro l’insuperabile muro di 1 euro ad Antidoto. Della serie armiamoci e partite.

REFERENDUM

Letto su tutti i giornali (tutti) che al referendum «lombardo» del 22 ottobre 2017 non serve la scheda elettorale perché “elettronico”, mi presento con la sola carta d’identità. Sì, ma in quale seggio? Nella scuola elementare adibita alla consultazione ce ne sono decine, uno per aula, su due piani. Lei dove deve andare? Non lo so. Non ha la scheda? No, perché sui giornali (tutti) c’era scritto che non serviva. Ovviamente, nessun giornale ha riportato che la scheda è essenziale non per la validità del voto ma per sapere in quale delle decine di cabine uno deve infilarsi. Eggià, tutti i redattori (tutti) si sono limitati a copiare il lancio di agenzia. Dopo aver debitamente spento il cervello.

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